TERRITORI
Rifiutiamoli! Manifestazione a Colleferro contro discariche e inceneritori
L’8 luglio la valle del Sacco scende in piazza. Per invertire la rotta sulla gestione dei rifiuti, per riprendersi la salute, per ridare un futuro alle comunità locali. Partenza alle ore 16 da piazza della Repubblica, Colleferro.
L’8 luglio ancora una volta saremo per le strade di Colleferro a manifestare la nostra contrarietà all’incenerimento, ancora una volta le ragioni del NO partono dalla base, a dimostrazione che la valle del Sacco non ne può più di essere la soluzione di ripiego a tutte le emergenze.
L’8 luglio lotteremo per la salvaguardia del nostro territorio, della nostra salute, del nostro futuro in questa valle. Lo faremo sapendo che tanti si riempiono la bocca di proclami, ma pochi sono realmente interessati a salvaguardarci. La principale responsabilità di questa situazione è da ascrivere sia alla Regione Lazio, con la delibera sul Fabbisogno impiantistico, che al Governo, con il decreto Sblocca Italia, che impone il riavvio degli inceneritori di Colle Sughero. Decisione quella della Regione Lazio reiterata con parere positivo nella Conferenza Stato Regioni, specifica sul tema. La Regione a chiusura del ciclo ha stanziato a dicembre 2016 nel bilancio di previsione per il 2017, i fondi necessari alla ristrutturazione degli inceneritori attraverso la ricapitalizzazione di Lazio Ambiente SpA, di cui è proprietaria al 100%.
L’amministrazione capitolina, a sua volta, sempre nel dicembre 2016, non si è distaccata da questa decisione ed ha completato il finanziamento della ristrutturazione tramite la società AMA, che è proprietaria del 40% di uno dei due inceneritori. L’ipotesi prospettata di un utilizzo a scalare per 10 anni dei due impianti è priva di senso, poiché la rimessa a pieno regime di impianti fatiscenti richiede l’investimento di decine di milioni di euro, da ammortizzare in almeno 20 anni di esercizio.
Nel settembre 2017 la società Lazio Ambiente spa sarà messa a gara e il cuore della vendita sono gli inceneritori di Colle Sughero, di conseguenza non è desumibile una chiusura a breve degli stessi. Tra i candidati ci sono società partecipate del Comune di Roma che già possiedono altri impianti di incenerimento. Incombe il ragionamento della convenienza economica dello smaltimento in impianti prossimi alla città eterna.
Di un fatto è necessario essere consapevoli – e noi lo siamo – che una svolta radicale e definitiva nella gestione del ciclo dei rifiuti non si realizza da un giorno all’altro in un singolo territorio o in una singola città per quanto grande. È una trasformazione che riguarda l’intero Paese, come ci insegna lo Sblocca Italia. A ciò si può pervenire se dalle realtà locali si affronterà un doppio percorso:
• Pratiche virtuose e progettazione di sistemi miranti al recupero di ciò che oggi viene sepolto e bruciato;
• battaglia a livello nazionale per imporre una strategia del recupero, del riciclo, del riuso secondo i principi dell’economia circolare.
Un’azione locale e nazionale che costruisce una coalizione coesa, avendo come alternativa quella di sottostare ad un perenne stato di necessità, dove le singole amministrazioni soccombono ai ricatti del taglio delle risorse, della spesa pubblica e ai diktat che favoriscono quell’aggregato di interessi che da sempre domina lo smaltimento dei rifiuti.
Alle amministrazioni locali, anche a quelle che si dichiarano contro gli inceneritori, segnaliamo il grave ritardo col quale affrontano oggi il tema della costruzione su un territorio ampio di un sistema integrato dei rifiuti, dalla raccolta agli impianti, per la definitiva chiusura del ciclo, cosa che non si realizza in sei mesi e con un pugno di amministrazioni.
In ciò sta il motivo della mobilitazione dell’8 luglio che cerca di dare senso alla rabbia che sentiamo montare nei cittadini, sottraendola allo sconforto e al qualunquismo. La rivolta nella valle del Sacco, dopo anni di analisi e proposte da parte delle associazioni, difende il territorio, rilancia le proposte e vuole creare quel fronte che è necessario per cambiare politica. La transizione sarà lunga, ma le direzioni che essa può prendere sono solo due e sono una opposta all’altra.
Ai professionisti dei comunicati a raffica e delle continue precisazioni, delle toppe che sono peggiori del buco che vogliono sanare, delle difese ad oltranza della propria parte politica e operato, diciamo loro che ci vuole un respiro lungo, uno sguardo strategico, una capacità di ascolto e di cooperazione. Ci vuole l’umiltà di ascoltare chi da anni si batte e paga in prima persona ed infine ci vogliono scelte concrete: non ci lasceremo strumentalizzare o dividere e non pensino di venire a raccogliere voti o facili consensi.
Per Colleferro la scelta scellerata degli inceneritori e della discarica ha segnato un percorso di decadenza della città, ha annullato le possibilità di una trasformazione dopo la fine della grande industria, ha costretto le migliori energie ad emigrare ed ha lasciato inutilizzate straordinarie competenze. Una china discendente che si vuole perpetuare con il rilancio degli inceneritori. Noi diciamo che il senso profondo di questa lotta è riappropriarsi come comunità del proprio futuro e della capacità di costruirlo.
Chi vuole comprare gli inceneritori deve sapere che non sarà un investimento conveniente.
Gli effetti delle scelte sbagliate in campo ambientale le paghiamo tutti i giorni, sulla nostra salute, sulla salute dei nostri cari, in questa valle ormai chiamata “la valle dei veleni”. Adesso basta!
Il nostro non è un grido di disperazione ma è la rabbia di chi è disposto a tutto pur di invertire la rotta; è la rabbia di una valle che non resterà a guardare di fronte a scelte scellerate, un territorio che si è stancato di aspettare e vuole scegliere il proprio futuro.
L’ 8 IO LOTTO, VIENI ANCHE TU CON NOI PERCHÈ SIAMO TANTI!
Fonte: rifiutiamoli