ROMA
Chiudono i “nasoni”
Hanno deciso. Da domani verranno chiuse trenta fontanelle al giorno . Tutti insieme non possono essere chiusi i 2.500 nasoni di Roma, che “consumano” l’1% dell’acqua distribuita dall’intera rete. No, non possono essere chiusi perché hanno una funzione importante per l’intero sistema idrico della Capitale. Servono a decomprimere il flusso dell’acqua. Per questo devono essere chiusi un po’ alla volta e contemporaneamente bisogna verificare la compressione del flusso idrico. La rete idrica è vecchia, piena di falle, disperde il 35% dell’acqua che trasporta. Una compressione maggiore potrebbe decretare la definitiva rottura delle tubazioni.
Allora perché in questi giorni di caldo e siccità si è deciso di rivolgere l’attenzione proprio alle fontanelle romane? Quelle che rappresentano l’unica possibilità per 10.000 persone che vivono in strada di avere accesso all’acqua potabile. Quelle che consentono ai turisti di riempire le bottigliette, senza farsi spennare per comprare acqua minerale. Quelle che sono le uniche fonti di approvvigionamento per molti mercati rionali. Quelle che consentono anche ai cani di bere.
Sprecano acqua si dice, proprio in un momento che vede laghi abbassarsi paurosamente, fiumi in secca, campagne arse.
Siamo il paese degli sprechi. Intere strade dello shopping mostrano negozi con le porte spalancate e l’aria condizionata a palla. Ogni abitante in Italia butta 179 Kg. di cibo all’anno. Usiamo acqua potabile per lavare le macchine. Eppure l’idea geniale è stata quella di lasciare a secco i nasoni.
Se fosse un altro tassello di quel mosaico che si sta costruendo contro i poveri, contro tutti coloro che non riescono a vivere in una città sempre più ostile nei loro confronti?