ROMA
Raccolta fondi per Niang Maguette
Sosteniamo la famiglia di Niang, per il rientro della salma.
Accogliamo la richiesta della comunità senegalese, della famiglia, dei compagni di una raccolta fondi per sostenere le spese di rimpatrio della salma di Niang Maguette. Chiediamo massima diffusione e partecipazione.
La raccolta fondi sarà attiva dal 15 maggio al 30 giugno, attraverso accrediti su:
Carta PostePay N°: 5333 1710 3430 4895
Intestata a: Papa Niang
Inoltre, saranno allestite apposite postazioni a sostegno della raccolta fondi presso gli spazi sociali Strike spa Via Umberto Partini 21; Esc atelier Via dei Volsci 159; Csa Astra Via Capraia 19.
Niang Maguette, lavoratore senegalese di 54 anni, ha perso la vita mercoledì 3 maggio sul Lungotevere, nel cuore di Roma. È accaduto in una delle tante retate, sempre più brutali, portate avanti dal nucleo speciale della Polizia Locale di Roma Capitale capitanato da Antonio Di Maggio. Retate che in nome del decoro colpiscono quotidianamente gli/le ambulanti, i/le migranti.
La Polizia Municipale, arrivando perfino a encomiare la sua operazione, ha affermato di aver finalmente ristabilito l’ordine, lanciando l’hashtag #DecoroUrbano. Nessun riferimento al fatto che quell’operazione ha ucciso un uomo, un lavoratore precario, un padre, un marito!
Queste nuove crociate conto lo straniero in nome del decoro, che si declinano sempre più in termini di “criminalizzazione della povertà”, mietono vittime e lasciano sul suolo corpi esanimi. A questa “volontà di decoro” risponde chiaramente il decreto Minniti-Orlando sulla sicurezza urbana, ormai diventato legge, dove il concetto di sicurezza è inteso come esclusione e rimozione dei soggetti che minano l’etica di Stato del decoro.
Con i poteri massicci che il decreto Minniti consegna ai sindaci, queste misure saranno ulteriormente inasprite.
Qualche giorno fa, anche a Milano, nella stazione centrale, la Questura ha celebrato una esemplare operazione di “controllo straordinario”. Una grande retata compiuta su base etnica! Tale operazione, ha mobilitato all’incirca 300 uomini in tenuta antisommossa, con blindati ed elicotteri, portando all’identificazione di una cinquantina di migranti e richiedenti asilo, successivamente risultati in possesso di regolare permesso di soggiorno. Queste persone stazionavano nell’atrio della stazione in mancanza di un posto dove vivere, a fronte della chiusura di diversi centri di accoglienza.
Ciò che in questi giorni sta accadendo in Italia, preannuncia la nuova normalità dettata dall’ideologia securitaria che identifica nel migrante una delle prime figure da sgomberare dallo spazio pubblico.
Attraverso il processo di criminalizzazione dell’immigrazione, come unico “metodo” che le istituzioni riescono a concepire e praticare di fronte al fenomeno migratorio, attraverso l’uso delle parole d’ordine “sicurezza” e “decoro”, si prepara il terreno per l’applicazione a tappeto del decreto Minniti: espulsioni, persecuzioni, retate, per dimostrare a un’opinione pubblica silente e incattivita che “ora si fa sul serio”.
Tali pratiche intimidatorie palesano un processo discriminatorio che si pone come obiettivo quello di “ripulire” strade e frontiere scegliendo in maniera selettiva chi merita di restare e chi deve essere messo al margine della società, del welfare, dell’accoglienza e dell’assistenza!
Contro questa deriva securitaria; contro i fantasmi di un passato che si aggirano per un’Europa in cui il colore della pelle diventa motivo di retate che uccidono; contro questa politica repressiva e violenta; contro un sistema che disumanizza i migranti privandoli di tutti i diritti; contro le deportazioni, il razzismo istituzionale e diffuso che dietro la maschera della sicurezza crea soggettività sempre più vulnerabili e ricattabili, marginalizzazione, ed esclusione sociale.
Noi non restiamo indifferenti, perché crediamo che nessun essere umano possa morire in nome del decoro! Noi non restiamo indifferenti davanti al razzismo di Stato e a quello diffuso!
Estendiamo la solidarietà. Restiamo umani. Aiutiamo Nian a tornare a casa.