OPINIONI

Nino Lisi, il partigiano dellə ultimə
È morto Nino Lisi, compagno di strada di tante avventure contro i “torti” costruiti per colpire le persone più deboli. Un ricordo da chi sarà sempre in debito per la sua incrollabile determinazione e la sua grande capacità di creare comunità
Quando si dice che a volte non serve l’anagrafe a definire l’età di una persona non si può non pensare a Nino Lisi, inesauribile ragazzo, che di anni ne aveva un bel po’, tanti da rendere piena la sua vita e quella di moltə di noi che hanno avuto la buona sorte di lavorare con lui o semplicemente di conoscerlo.
Una vita piena di una inesauribile energia, di empatia, di determinazione nel contrastare i forti e di tenerezza nell’essere sempre dalla parte delle persone più deboli e dimenticate, con umiltà e caparbietà.
Il tratto di strada che abbiamo attraversato assieme era cominciato con “Carta”, il settimanale che, con altrə, ho contribuito a creare e al quale subito si era affacciato con curiosità e simpatia, offrendosi di dare una mano. E non si era risparmiato regalando con generosità, impegno, intelligenza ed esperienza. La stessa strada che ci ha portato a condividere il lavoro nell’Associazione Cittadinanza e Minoranze, da lui creata assieme a Marco Brazzoduro e a un piccolo gruppo tenace di irriducibili “partigianə” dellə ultimə, rom, sinti e caminanti.
Nino, un pacifico ribelle, probabilmente un rivoluzionario, incapace di accettare la normalità di ogni esclusione, così per il popolo romanì come per quello palestinese.
Nino è andato via ma, da uomo generoso che non ha mai risparmiato se stesso e le proprie convinzioni, non ha portato con sé i saperi e le passioni di una intera vita, ma li ha consegnati a chiunque voglia raccoglierli.
Immagine di copertina da Facebook
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