ITALIA

climate strike

Scioperi, cortei e climate pride per il pianeta e contro la guerra

Nel prossimo weekend manifestazioni ecologiste in tutta Italia, e in Emilia-Romagna in particolar modo. Rilanciare la battaglia ecologista contro il fossile e la guerra è la sfida posta al movimento

Nelle giornate dell’11 e 12 aprile si succederanno importanti momenti di lotta per il movimento ecologista del nostro paese.

Venerdì 11 è stato lanciato da Fridays For Future il Global Strike for Climate, ovvero lo Sciopero Globale per il Clima. In numerose città italiane ed estere si manifesterà per chiedere giustizia climatica, una transizione ecologica giusta per tuttx, piani di adattamento climatico equi, per opporsi al piano di riarmo europeo e globale che mina qualunque impegno a ridurre la produzione dei gas serra.

Il movimento globale ecologista, che prese le mosse dall’iniziativa di Greta Thunberg nel 2018, anche se dispone di dimensioni di mobilitazione inferiori ai primi anni, continua a tessere relazioni e campagne a livello locale e globale.

Nell’appello per la manifestazione di venerdì 11 si legge « Le guerre e lo sfruttamento delle risorse hanno cause profonde, come la diseguaglianza sociale tra i territori e i paesi. Alla richiesta di una riconversione dal basso la risposta rimane invece una transizione energetica affidata a grandi aziende come ENI, che puntano, in linea con il Governo, sul gas fossile, spacciato come combustibile di transizione, per fare diventare l’Italia hub del gas, attraverso il famigerato Piano Mattei, nuova forma di neocolonialismo fossile, a danno dei paesi del Sud globale. Non solo, si punta anche sul gas importato via nave dagli USA e paesi mediorientali e su nuovi rigassificatori, strutture costosissime che rischiano di legarci al fossile per decenni».

A Roma il movimento ha lanciato da poco una campagna contro il consumo di suolo e il cemento, criticando le nuove Note tecniche di attuazione (Nta) del Comune, cioè le norme che prevedono le possibili integrazioni al piano regolatore e che, per come sono attualmente stese, rischiano di essere l’ennesimo favore a palazzinari e costruttori, aumentando l’attuale consumo di suolo in città, soprattutto nella zona sud est.

A livello nazionale, la giornata di venerdì 11 di Fridays for Future è stata lanciata in contemporanea con il Bologna climate pride di sabato 12 aprile. Il comunicato di lancio infatti recita «Fridays For Future Italia e Bologna for climate justice annunciano due giornate di mobilitazioni che, come già avvenuto in questi anni insieme al Collettivo di Fabbrica ex-GKN, sfidano ogni tentativo di contrapporre questione sociale e questione ambientale e si fondono idealmente in un’unica giornata di lotta».

Il Bologna climate pride, è stato pensato per essere uno spazio di convergenza di lotte ecologiste.

Nel manifesto di invito alla manifestazione romana si afferma: «Agli intrecci mortiferi che ci trascinano nella crisi climatica, vogliamo contrapporre intrecci collettivi capaci di darci gli strumenti di ri-progettare collettivamente i nostri spazi di vita: dal piano di reindustrializzazione dal basso di GKN alle pratiche ecologiche urbane, dalle esperienze agroecologiche alle rivendicazioni per il diritto all’abitare, attraverso l’opposizione alla guerra come strumento per consolidare egemonie socio-economiche, vogliamo rafforzare le nostre convergenze per allargare quegli interstizi sociali a partire dai quali costruire altrove possibili». Un corteo, quindi, che tiene assieme clima ed ecologia, che è consapevole di quanto sia necessario uno sguardo sociale e di classe per immaginare la sopravvivenza delle città e nelle città all’interno della catastrofe ecologica in corso. La manifestazione si terrà in una delle città maggiormente colpita da alluvioni negli ultimi due anni, simbolo concreto dell’avanzare del disastro climatico anche alle nostre latitudini.

La manifestazione è ovviamente in collegamento ideale con il climate pride organizzato a Roma a novembre 2024, ma anche con il percorso nazionale Stati Generali per la giustizia sociale e ambientale, nato attorno al Collettivo di Fabbrica GKN, percorso a cui partecipano tante realtà, come Fridays for Future, Bologna for Climate Justice, Reset against the war, e molte altre ancora.

Il Climate Pride non sarà però la sola manifestazione ecologista in Emilia Romagna nel pomeriggio di sabato 12.

Infatti una rete molto ampia guidata dalla campagna Per il Clima Fuori dal Fossile ha convocato una manifestazione nella città di Ravenna per contestare il vertice Organizzazione mondiale del commercio (Omc), l’incontro annuale delle maggiori multinazionali dello sfruttamento di gas e petrolio, che si svolge negli stessi giorni nella città romagnola. Inoltre, sempre nella città ravennate, è prevista in questi stessi giorni l’arrivo della nave rigassificatrice BW Singapore, con danni alla qualità dell’aria, all’ecosistema marino e finalizzata a legare l’economia locale al gas.

La nave servirà a trasformare il gas liquefatto, in arrivo soprattutto dagli Stati Uniti. Dopo quella a Piombino, un’altra nave rigassificatrice è in Italia, come unica risposta che le istituzioni hanno dato alla riduzione del gas russo. Il comunicato di lancio del corteo riporta: «Oggi, con l’arrivo e messa in funzione del rigassificatore, che avverrà proprio in questi giorni, l’imposizione del gasdotto Linea Adriatica, i folli piani di nuove trivellazioni e l’impianto di CCS già in essere, Ravenna è l’emblema dello strapotere del mondo fossile che non vuole cedere alla transizione energetica divenuta sempre più urgente a causa dei cambiamenti climatici in drammatico peggioramento (e di cui proprio Ravenna ha già subito pesanti ripercussioni)».

Tra i tanti fili che tengono assieme queste mobilitazioni, che ovviamente si rilanciano reciprocamente, emerge l’opposizione all’economia di guerra, costantemente menzionata nei vari appelli.

Il dispositivo della guerra amplifica e accelera la catastrofe ecologica che abbiamo davanti ai nostri occhi. La guerra è un principio di assoggettamento di acqua, terre, risorse, energie che diventano strumentali alla violenza e alla sopraffazione su altre terre e altre risorse. Le ingenti spese militari si traducono nel privare i territori delle poche risorse necessarie a contrastare la crisi climatica, dal welfare per le persone più deboli alla tutela e alla protezione del territorio e degli ecosistemi in pericolo. L’economia basata sul fossile trova nella guerra un volano di affermazione, crescita e di monopolio.

Compito di queste mobilitazioni sarà pertanto anche connettere e convergere sulla tematica ecologista e pacifista, con l’obiettivo di allargare la partecipazione e accrescere l’opposizione sociale in questo pericoloso momento per la storia europea e mondiale.

Immagine di copertina di Vittorio Giannitelli

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