approfondimenti

ITALIA

20 marzo: giornata di mobilitazione nazionale in difesa dell’Università pubblica

Da Trento a Palermo, da Pisa a Bari, da Bologna a Napoli, da Roma a Milano: in tutta Italia, le precarie e i precari della ricerca si mobilitano contro i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario dell’Università, contro la riforma del preruolo (DdL 1240) e contro l’uso della ricerca per finalità belliche. Gli appuntamenti previsti

Il Governo e il MUR stanno colpendo a morte l’Università italiana. Come abbiamo già scritto, i tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario, 500 milioni per il 2024 e oltre 700 per il triennio 2025-2027, sono un punto di non ritorno. Ciò, più nello specifico, perché ci sono 30mila precari in scadenza: 22mila Assegniste/i di Ricerca (AdR) e 7mila Ricercatrici/Ricercatori a tempo determinato di tipo A (RTD-A). In molti casi, precarie/precari di lungo corso, magari con Abilitazione scientifica nazionale, che da anni attendono i concorsi per ottenere la tenure track (contratto a tempo determinato che prevede già l’incardinamento in ruolo, dopo 3 anni).

SCOPRI LA MAPPA CON TUTTI GLI ATENEI IN MOBILITAZIONE

Visualizza a schermo intero

Oltre le precarie e i precari, ci sono oltre 40 mila dottorande/i che a breve termineranno la loro ricerca, con essa la borsa: ad attenderle/i, il nulla o quasi. Con le attuali risorse, il Contratto di ricerca (Cdr) introdotto dalla Legge 79/2022, che pur essendo precario garantisce contribuzione e tutele adeguate, sarà difficilmente applicabile o applicabile per pochissimi.

Il definanziamento, da questo punto di vita, è un modo per imporre il DdL 1240, al momento fermo al Senato e che, se approvato, non farebbe altro che precarizzare ulteriormente il preruolo.

Con mossa non poco astuta infatti, e di fronte all’imperversare della mobilitazione, la ministra Bernini ha bloccato l’iter di approvazione del DdL, lasciando ai rettori l’onere di implorarne l’approvazione. Da notare, infatti, che il Contratto di ricerca non prevede la didattica: chi sostituirà, dunque, i 7mila RTD-A in scadenza? E come garantire un futuro agli oltre 30mila Adr che, una volta scaduti, non potranno essere nuovamente banditi? Mentre un Adr, dal punto di vista della tipologia contrattuale l’equivalente di un Co.co.co., poteva essere anche solo di un anno, con un costo non superiore ai 24mila euro, il Cdr deve essere minimo di 24 mesi, con un costo non inferiore agli 80mila euro.

Gli Atenei più ricchi, quasi sempre collocati nel Nord del Paese, potranno senz’altro permettersene di più. Per gli altri, affamati dai tagli, il Cdr sarà semplicemente inapplicabile. Ecco come il Governo scarica il costo delle tutele e dei diritti sui precari. Ma il definanziamento, con esso la proliferazione delle figure precarie, sono solo la premessa di una riforma di sistema che sancirà il ridimensionamento, nonché la marginalizzazione, dell’Università pubblica italiana.

Se Trump e Vance criminalizzano le Università, togliendo loro i fondi federali e arrestando i leader della protesta contro la catastrofe di Gaza, il Governo italico sceglie una via diversa: propone, per l’Università pubblica, una lunga e silenziosa agonia; niente riflettori, sordina, e intanto “si affama la bestia”, affinché sia sempre in affanno e per questo docile.

L’affanno, infatti, è la cifra del lavoro all’Università, sia esso strutturato o precario. Già adesso (presto ancora di più), le/i Docenti strutturate/i sono sommersi da una tale quantità di lavoro, tra ricerca dei fondi, amministrazione, didattica senza sosta, che dedicarsi al pensiero critico, alla ricerca di base, semplicemente allo studio e all’elaborazione di idee nuove, è diventato un lusso che vale per pochissime/i. Si corre, come criceti, senza andare da nessuna parte: l’Università neoliberale.

Contro tutto questo, giovedì 20 marzo 2025, in tutta Italia, ci sarà una importante mobilitazione nazionale. Infatti, è prevista la Giornata nazionale dell’Università, voluta dalla CRUI a partire dallo scorso anno, col titolo Università svelate. Obiettivo della mobilitazione precaria sarà quello di svelare, sul serio e senza ipocrisie, l’Università pubblica, tra definanziamento e precarietà. Ma sarà anche un’occasione per riflettere sul ruolo del sapere e della formazione, nell’Europa che si riarma e che promuove, da sinistra a destra, bellicismo, razzismo, scontro di civiltà. Disarmare lo scontro di civiltà, disarmare la società a partire dalla ricerca, sono istanze che permeano fortemente le precarie e i precari, le/i Dottorande/i, le/gli studenti, che prenderanno parola nelle tante lezioni all’aperto, nelle assemblee, nei sit-in, nei flash-mob, nei cortei.

Di Università nessuno parla, in Italia. Ma la democrazia, in Italia, in Europa e nel mondo, senza ricerca, pensiero critico, libertà di insegnamento, studio paziente, lavoro stabile e ben retribuito, non si salva.

LE INIZIATIVE DI MOBILITAZIONE NEGLI ATENEI

Roma: al mattino, lezioni all’aperto nei tre atenei (Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre); ore 16.30: assemblea cittadina in Sapienza; ore 18: aperitivo precario

Torino: ore 10, flash mob Campus Einaudi; ore 14 assemblea pubblica Riprendiamoci l’università (Rettorato Unito); ore 18, aperitivo precario, Palazzo nuovo

Genovainiziativa Assemblea Precaria Universitaria in definizione; ore 18.45, Aperitivadi, Piazza San Giorgio 1

Milano Bicocca: ore 8.30, Piazza della Scienza, Lezioni in Piazza; ore 12, consegna lettera aperta a Rettrice e Presidentessa CRUI; ore 15-17 (U6) Tavoli di lavoro

Bergamo: ore 17, Assemblea di ateneo in aula 9 sede Pignolo

Trento: mattina, volantinaggi in città; ore 16.30, assemblea pubblica a Sociologia; ore 19, aperitivo precario davanti al Rettorato

Padova: ore 15, sit in nei Dipartimenti (via Beato Pellegrino, Liviano, Psicologia, Geoscienze); ore 17, Assemblea pubblica Verso lo sciopero generale dell’Università (Palazzo del Bò)

Venezia: 20 marzo: volantinaggi e quarti d’ora accademico-critici nelle aule e nelle biblioteche; 25 Marzo ore 17.30, Tavola rotonda Università oggi e domani (Aula MF4 San Basilio)

Bologna: ore 8 Presidio in Rettorato; ore 10.30 conferenza stampa; ore 14 Autocoscienza precaria: verso lo sciopero (Piazza Scaravilli); ore 16 disarm university! (Piazza Scaravilli)

Firenze: ore 10, Polo di Novoli, Passeggiata rumorosa e assemblea pubblica

Siena: ore 11, Liberà università, assemblea precaria in dialogo con Tomaso Montanari (aula 21, StraSiena); ore 15, Anticlosing day (Corte del Rettorato Unisi)

Pisa17, 18 e 19 marzo, lezioni in piazza; 20 marzo, ore 10, ritrovo in Piazza Dante

Perugia: ore 9/12, Assemblea aperta Università bene comune, Piazza Grimana

Napoli: ore 10 Scosse accademiche (raccontiamo le ragioni della protesta nei dipartimenti); ore 15 Tour irriverente delle rovine universitarie napoletane (azioni, lezioni aperte, interventi: ore 15 Porta di massa; ore 16.30 San Domenico); ore 18, Precarietà svelata (San Marcellino)

Bari: lezioni all’aperta nel corso della giornata (Piazza Cesare Battisti, Piazza Umberto, spazi aperti del Campus)

Lecce: ore 11, presidio presso Studium 2000, Via Di Valesio

Catania: ore 16, consegna al rettorato della mozione dell’assemblea firmata da assegnisti, ricercatori, docenti dell’ateneo. Piazza Università, 1

Palermo: CUIR Tour, l’università va in Piazza; lezioni nella città (ore 9.30 Foro Italico; ore 11.30 piazza Mangione; ore 12.30 piazza Bellini; ore 14.30 piazza Bologni)

Immagine di copertina di Jacopo Clementi

SOSTIENI, DIFENDI, DIFFONDI DINAMOPRESS

Per sostenere Dinamopress abbiamo attivato una nuova raccolta fondi diretta. Vi chiediamo di donare tramite paypal direttamente sul nostro conto bancario, Dinamo Aps Banca Etica IT60Y0501803200000016790388 tutti i fondi verranno utilizzati per sostenere direttamente il progetto: pagare il sito, supportare i e le redattrici, comprare il materiale di cui abbiamo bisogno