EUROPA
Tous ensemble, grève générale
Francia: il movimento non si ferma. Commento a caldo dello sciopero del 28 aprile.
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Partiamo dai fatti: uno sciopero intercategoriale ha bloccato la Francia, per buona parte della giornata; cortei imponenti nelle maggiori città; Parigi “inondata” da almeno 100.000 persone, tra studenti, intermittenti dello spettacolo, lavoratori dei servizi, del commercio e del pubblico impiego; a Parigi, ma non solo, i cortei si sono saputi difendere dalle provocazioni poliziesche. Per sommi capi una fotografia della giornata, assai potente, alla quale abbiamo preso parte ieri (28 aprile).
Occorre precisare, entrare nel merito. Sulla giornata di ieri gravavano diverse incognite: il movimento, partito dalle scuole e dalle università, sta entrando nel suo terzo mese di vita, con la fatica che tutto ciò comporta; il governo non sembra disposto a cedere e, a partire dal 3 maggio, la Loi Travail entra in aula, per la discussione e il voto (procedure assai più brevi di quelle italiche); l’intreccio tra lotte sociali e Nuit Debout, fin qui, è stato tutt’altro che facile. E invece la prova è stata superata, forse meglio delle aspettative più ottimistiche. La mobilitazione sociale e sindacale non si ferma, si consolida e rilancia. Obiettivo comune: uno sciopero generale rinnovabile, dunque a oltranza, per bloccare la legge e imporre al governo la marcia indietro.
A Parigi un corteo imponente si è mosso da Denfert, dopo una mattinata di blocchi del Boulevard Periferique (l’equivalente del Raccordo Anulare romano). Già all’altezza di Gare d’Austerlitz la pressione poliziesca sulla testa del corteo si è trasformata in resistenza attiva – al grido di grève générale – da parte dei manifestanti, soprattutto giovanissimi. Stesse scene, poi, in Boulevard Diderot, infine a Nation, punto di arrivo dell’intero corteo. Verso le 19 la piazza è stata cinta d’assedio e si sono moltiplicati i fermi di polizia, selettivi e di gruppo.
Ma al termine del corteo, seguendo l’appello di Nuit Debout, migliaia di giovani e lavoratori di tutti i settori si sono ritrovati a Place de la République, in un’assemblea strabordante sulle prossime tappe della mobilitazione. Un incontro, per nulla scontato, tra la vocazione civica e costituente della piazza e le tante lotte sociali che animano il Paese. Per circa due ore, oltre i delegati delle tante commissioni che animano République, si sono succeduti gli interventi di tassisti anti-UBER, intermittenti dello spettacolo, lavoratori del commercio di SUD – Solidaire, lavoratori dei trasporti urbani e delle ferrovie, i sindacati tutti, dalla CNT (storico sindacato anarchico) al segretario della CGT. Una vera convergenza delle lotte – sorprendente per chi la guarda con lenti italiche – già impegnata nella definizione dello scontro di maggio. Se il governo non cede, la lotta andrà avanti, e non è escluso che l’esplosione francese, non casualmente occultata da tutti i media europei, possa rilanciare i movimenti anti-austerity del continente tutto.
Infine. In questo scenario, ancora molto aperto e in espansione, si colloca l’attacco poliziesco di ieri. Non solo nel corteo, con l’uso continuo di gas, proiettili di gomma e spray urticante, e a Nation, al termine della manifestazione, ma durante l’assemblea di Nuit Debout, con lo sgombero del Teatro Odéon, e nel corso della notte, con lo sgombero violento e vendicativo di République. Tentativo, per nulla celato, di spaventare e dividere le mobilitazioni. Mantenere unite le lotte, pur nella differenza delle pratiche, è a questo punto obiettivo irrinunciabile.