ROMA
Sotto un cielo di piombo
Oggi, 10 ottobre 2017, sesta giornata nazionale Sfratti Zero. Un’occasione per ribadire che sfratti e questione abitativa non sono un’emergenza, ma un problema storico . Anche per questo, venerdì 20 ottobre alle ore 18 al Nuovo Cinema Palazzo proiezione di “Sotto un cielo di piombo”.
Nella giornata nazionale Sfratti Zero, occorre ribadire che la questione abitativa non è un fatto emergenziale: è un problema storico oltre che un dato nazionale. In Italia nel 2016 ci sono stati 61.718 provvedimenti esecutivi di sfratto, l’88,8% per morosità; 158.720 richieste di esecuzione e 35.336 sfratti eseguiti con l‘intervento dell’ufficiale giudiziario. Il Lazio è secondo per numero di provvedimenti emessi – 8.499, il 13,8% – e terzo per numero di sfratti eseguiti, 3.990.
A Roma sono stati eseguiti nel corso del 2016 3.215 sfratti con la forza pubblica: dai 15 ai 20 al giorno. 8.962 le richieste di esecuzione, 7.092 i provvedimenti di sfratto emessi, di cui 5.025 per morosità. 1.400 famiglie vivono nei Centri di Assistenza Alloggiativa Temporanea, i “residence”, che costano 30 milioni l’anno; 1.500 famiglie avrebbero diritto all’assistenza alloggiativa ma per mancanza di alternativa sono in lista; almeno 30mila abitazioni sono ufficialmente sfitte ma in realtà affittate in nero. Circa 6mila persone a Roma abitano in occupazioni abitative, nelle circa 70 occupazioni sparse nella Capitale. Molti di loro sono tra le 10.500 famiglie in graduatoria per una casa popolare. Lo 0.6% dei residenti a Roma è “senza tetto” mentre il 9,6% abita in “abitazioni di altro tipo”, ovvero non in case.
La soglia di sofferenza finanziaria per una famiglia in affitto, pari al 30% del rapporto tra il canone di affitto e il reddito familiare, è ovunque ampiamente superato. La precarietà abitativa riguarda tutti. Riguarda il futuro stesso della città intesa come comunità di abitanti che esercitano i diritti di cittadinanza; città come luogo dove divampano le dinamiche predatorie della speculazione finanziaria e immobiliare.
La città è sempre più ridisegnata nel segno di una crescente disuguaglianza. I motivi risiedono nell’assenza di politiche abitative strutturate, nella cancellazione delle regole urbanistiche, nei tagli al welfare, nel prevalere di interessi privati e di una logica economicista al governo della città; nella svendita del patrimonio pubblico e nelle leggi al servizio della rendita immobiliare e finanziaria e contro la persona.
Il centro di Roma, consegnato al turismo e alla speculazione immobiliare, è invivibile e abitato sempre più in maniera transitoria. Nelle periferie si consuma una guerra tra nuovi e vecchi poveri, mentre l’abitare assume una dimensione sempre più privatistica, frammentata rispetto agli spazi di lavoro e di svago. La città diventa un luogo di cittadinanza debole: privata di spazi e servizi pubblici e quindi della possibilità stessa di tessere relazioni sociali e con il territorio.
Per questo oggi più che mai è importante recuperare la storia e la memoria delle lotte per il diritto alla casa che hanno attraversato Roma e ricomporre una memoria della città, dei suoi spazi e dei suoi abitanti, per rileggere la situazione attuale in una prospettiva storica più ampia e articolata che arricchisca le lotte del presente.
La proiezione del docufilm sul movimento di lotta per la casa a Roma tra il 1961 e il 1985, venerdi 20 ottobre alle ore 18.00 al Nuovo Cinema Palazzo, sarà dunque un’occasione per aprire un ragionamento sul presente.
All’interno del documentario a parlare saranno loro, i diretti protagonisti di quelle lotte: i baraccati dell’Acquedotto Felice e gli occupanti di Pietralata e San Basilio, ai quali si aggiungono i preziosi racconti di Don Roberto Sardelli e del fotografo Tano D’Amico.
A seguire il dibattito, con:
-
Massimo Sestili, autore del docufilm
-
Ylenia Sina, giornalista di Roma Today
-
Antonello Sotgia, architetto
-
Tano D’Amico, fotografo