DIRITTI
Sanità Lazio: il Governo contro precari ed “esternalizzati”
È di pochi giorni fa la notizia di un intervento dello Stato contro la Legge n. 4 della Regione Lazio. Un provvedimento a sostegno di precari ed esternalizzati della sanità, strappato dalle lotte di questi mesi. Il governo Renzi-Gentiloni ha deciso di impugnarlo di fronte alla Corte Costituzionale. Una nuova, ennesima, mossa anti-sociale dell’esecutivo.
Apprendiamo con sgomento, preoccupazione e rabbia, che mercoledì scorso il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali Enrico Costa, ha deliberato l’impugnazione davanti alla Corte costituzionale della Legge regionale n. 4, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale del Lazio il 5 aprile, ed entrata in vigore il 2 maggio scorso.
Con la Legge 4/2017 sulle “Disposizioni in materia di assunzione di personale nelle aziende e negli enti del Servizio Sanitario Regionale”, nel Lazio sono state sbloccate le procedure di stabilizzazione del personale sanitario precario, così come previsto dai provvedimenti normativi nazionali: il DPCM 6 marzo 2015 e la Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità del 2016). Di più: grazie all’approvazione di un emendamento presentato dalla Consigliera Marta Bonafoni (Mdp), e fortemente preteso in questi mesi dalle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori “esternalizzati”, la Legge 4/2017 (punto b, comma 1 art. 1) finalmente riconosce per questi ultimi, nelle nuove procedure concorsuali, un punteggio relativo agli anni di lavoro fin qui svolti nelle strutture sanitarie regionali.
Il Governo ha deciso di attaccare un precedente normativo importante e un diritto fondamentale. Occorre ricordare, infatti, che gli “esternalizzati” sono solo formalmente dipendenti o collaboratori con partita Iva di Cooperative, a volte collaboratori con partita Iva delle ASL; nella sostanza , e in molti casi da 10, 15 o 20 anni, sono lavoratori subordinati delle strutture sanitarie regionali. Si tratta di personale precario che, a parità di competenze, prestazioni e responsabilità, viene pagato meno e non ha i diritti del personale formalmente dipendente della Sanità Pubblica laziale. Ancora: personale che in questi anni ha sopperito alle esigenze strutturali delle aziende sanitarie regionali, segnate dal blocco del turnover e da drammatiche carenze di organico. Senza il lavoro, appassionato e qualificato, di queste donne e di questi uomini, la Sanità Pubblica del Lazio non avrebbe potuto offrire servizi essenziali di prevenzione, cura e riabilitazione ai cittadini. È questione di giustizia dunque riconoscere loro, nelle nuove procedure concorsuali, un punteggio per gli anni di lavoro svolto.
Sollecitiamo la Regione Lazio a prender parola e a difendere la Legge nei luoghi deputati. Noi ci dichiariamo pronti fin da subito a rilanciare la lotta; e il 12 luglio, ore 18:30 presso Esc (via dei Volsci 159), ci riuniremo per discutere tempi e forme della mobilitazione. Perché gli “esternalizzati” NON sono più e NON possono più essere invisibili, dei fantasmi, ma sono lavoratrici e lavoratori in carne e ossa alle quali e ai quali spettano dignità e diritti.
“La Salute NON si appalta”
Lavoratrici e lavoratori: Policlinico Umberto I, Policlinico Tor Vergata, Casa di Cura “Villa delle Querce”, Coop. “Capodarco”, ASL Roma 1, ASL Frosinone, Sant’Andrea, Pertini, IFO, Spallanzani, Università “Sapienza”.