ROMA
Roma, violento sgombero in piazza Indipendenza: cariche e idranti sul presidio
Questa mattina all’alba, la polizia ha attaccato con violenza il presidio sotto il palazzo sgomberato sabato scorso e le persone – donne, bambini e anziani con problemi di salute – che ancora si trovavano all’interno. Cariche e uso di idranti, senza alcun motivo. E poi: caricato corteo spontaneo nel piazzale antistante la stazione e nuova caccia all’uomo nelle vie limitrofe. Diverse persone ferite, alcune trasportate in ospedale. Effettuati anche dei fermi. UNHCR cacciata dalla questura immigrazione. Unicef denuncia il trattamento dei bambini. Dalle istituzioni, intanto, nessun segnale di vita.
Aggiornamenti all’interno
H 14.15 Nuova, violentissima carica contro il corteo. Manifestanti dispersi. Parte l’ennesima caccia all’uomo della giornata, nelle vie limitrofe alla stazione.
H 14 Dopo la conferenza stampa parte un corteo spontaneo nel piazzale antistante la stazione Termini.
H 13 Conferenza stampa nei pressi del presidio vicino Termini. I rifugiati denunciano lo sgombero e le proposte irricevibili avanzate durante la “trattativa” di ieri. Intanto arriva notizia che l’UNHCR è stata cacciata dalla questura immigrazione, dove sono stati trasportati molti rifugiati che questa mattina si trovavano ancora all’interno del palazzo.
H 12.45 In una nota UNICEF Italia denuncia il trattamento dei bambini e le ripetute violazioni dei loro diritti.
H 12.30 Mentre tra via Volturno e via Solferino è in corso una conferenza stampa dei rifugiati, arriva la notizia che perfino l’UNHCR è stata cacciata dalla questura immigrazione, dove sono stati trasportati molti dei rifugiati fermati durante le operazioni di sgombero.
H 12 In corso presidio angolo via Volturno – via Solferino. Vicino alla stazione Termini. Chi può lo raggiunga, per dimostrare solidarietà alle persone vigliaccamente attaccate e buttate in strada. Cose utili da portare: acqua, cibo, teli ombreggianti.
H 11.30 Uno dei portavoce dei rifugiati è stato arrestato mentre rilasciava un’intervista a La7. Il ragazzo aveva espresso pubblicamente le istanze delle persone che vivevano nel palazzo di piazza Indipendenza durante tutti questi giorni di lotta. Pochi minuti fa è stato afferrato con violenza da alcune guardie in borghese e sbattuto dentro una volante, mentre prendeva parola nella conferenza stampa organizzata in via Goito. Tutto questo è accaduto davanti alle telecamere dei giornalisti, in un momento in cui non si registrava alcun tipo di tensione. Ancora non si sa dove sia stato trasportato
H 11 Abbiamo raccolto in piazza la testimonianza di una persona presente nella seconda fase dello sgombero, dopo che la celere aveva sbattuto in strada donne, bambini e anziani che ancora erano presenti nel palazzo: «C’erano circa 29 donne pronte ad andar via, con le valigie e le loro cose in mano. In quel momento, erano presenti anche l’UNHCR e MSF. Il dirigente di piazza ha deciso che la cosa stava andando troppo per le lunghe e ha ordinato di aprire gli idranti. Tre donne sono rimaste ferite e trasportate via in ambulanza. Una sembrava in condizioni piuttosto serie».
H 10.45: continuano le cariche e le deportazioni. Dopo aver disperso il presidio con gli idranti, la celere ha inseguito diversi gruppi di persone fino al piazzale antistante la stazione Termini, effettuando ripetute cariche. Ci sono diversi feriti. Intanto, altri reparti hanno fatto irruzione all’interno del palazzo. Dopo aver cacciato con la forza donne, bambini e anziani, sbattendoli nella piazza, è arrivato di nuovo un idrante che li ha attaccati senza motivo. Al momento: ci sono gruppi di persone bloccati nelle vie limitrofe a piazza Indipendenza; chi si trovava ancora all’interno del palazzo è adesso nella piazza, completamente accerchiata dalle forze dell’ordine; molte persone sono state trasferite di forza con dei bus, ancora non sappiamo né quante sono, né dove; numerosi feriti, tre donne aggredite dalla polizia stanno per essere rasportate in ospedale; i giornalisti sono stati cacciati dalla piazza.
H 6.15 Le forze dell’ordine si sono presentate per la terza volta in pochi giorni in piazza Indipendenza. Con manganelli e idranti hanno sgomberato violentemente il presidio pieno di persone e l’interno del palazzo dove si trovavano ancora bambini, donne e anziani con problemi di salute. Gli idranti hanno inondato d’acqua chi ancora dormiva, come si vede in diversi video diffusi in rete. È partita una caccia all’uomo fino alla stazione Termini che è tuttora in corso. Contemporaneamente la celere è entrata all’interno dello stabile e ha sgomberato la struttura tra le urla di chi, spaventato, era presente all’interno. In questo momento la situazione è molto tesa: alcuni attivisti sono accorsi a piazza Indipendenza e rifiutano di muoversi finché non sarà trovata una soluzione. Gli occupanti si trovano davanti al piazzale della stazione, sono circondati e sono stati ripetutamente caricati. Un bus pieno di donne e bambini, proveniente dallo stabile, è appena passato, ma non si sa ancora dov’è diretto. Alcune persone sembra si trovino ancora all’interno del palazzo.
IERI
Dopo lo sgombero dello stabile di via Curtatone avvenuto sabato scorso, ieri mattina le forze dell’ordine avevano tentato di sciogliere il presidio di circa 300 rifugiati eritrei, etiopi e somali che, rimasti senza casa, da per 4 giorni hanno dormito all’aperto in piazza Indipendenza. Nello stabile si trovavano ancora 140 persone, fra le quali molti anziani con problemi di salute, 37 minori e 60 donne. Queste di fronte all’intervento della polizia in piazza avevano risposto barricandosi sui balconi e mostrando delle bombole di gas.
Sempre nella mattinata di ieri, si era svolta in Prefettura una riunione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico– a cui hanno partecipato anche l’assessore al patrimonio e alle politiche abitative, il Segretario generale della Regione- con l’obiettivo di trovare una soluzione all’”emergenza” creata proprio da quegli stessi soggetti che si trovavano riuniti intorno al tavolo. IDEA Fimit S.G.R., la società che ha in gestione l’immobile, ha dichiarato di “poter mettere da subito a disposizione, senza oneri per l’amministrazione comunale e per un periodo di 6 mesi, alcune proprie unità abitative” per l’immediata collocazione alloggiativa degli aventi titolo”.[1] Ciò che non viene detto nel Comunicato, quasi fosse un dettaglio superfluo, è che le abitazioni in questione si trovano a Rieti, come se per delle persone che da anni vivono, lavorano, studiano, e seguono percorsi di integrazione a Roma, lasciare questa città possa essere un’ipotesi accettabile. Senza contare che trasferire un’intera comunità di rifugiati in degli alloggi situati in un territorio i cui abitanti, a distanza di un anno dal terremoto, si trovano ancora senza casa, vorrebbe dire innescare una bomba sociale ad orologeria, di cui le istituzioni sarebbero state responsabili. Dobbiamo ringraziare solo la determinazione e la dignità dei rifugiati se almeno questo non è accaduto.
Di fronte al rifiuto netto da parte della comunità di via Curtatone, le istituzioni hanno proposto il trasferimento di 80 persone in un centro della sala Operativa Sociale a Torre Maura. Ma i rifugiati hanno dichiarato con fermezza di non aver alcuna intenzione di tornare alle condizioni di vita indegne dei centri, che hanno abbandonato con l’obiettivo di costruirsi un’esistenza libera. E che una soluzione, dignitosa e realistica, o è per tutti o non è una soluzione. Su questo gli ex occupanti sono stati chiari: trovare degli alloggi per una piccola minoranza di loro lasciando per strada tutti gli altri, non è un’opzione accettabile. Negli interventi durante il presidio era stata inoltre sottolineata l’importanza di poter rimanere vicino alla zona di Termini, quartiere dove si trovano le scuole frequentate dai bambini, i servizi medici di base ai quali sono iscritti, e i luoghi di lavoro della maggior parte di loro.
La protesta del presidio era continuata per tutta la giornata di ieri, raggiungendo anche altri momenti di tensione quando uno dei rifugiati è stato fermato e caricato su una volante della Polizia senza motivo, scatenando una risposta decisa e coordinata da parte della piazza e degli occupanti ancora dentro lo stabile. Nel tardo pomeriggio, infine, la Prefettura aveva deciso il ritiro del dispiegamento straordinario di mezzi, sospendendo quindi le operazioni di sgombero. Questa parziale vittoria non aveva comportato tuttavia un abbassamento del livello di guardia del presidio, che fino alla fine ha continuato a rivendicare poche semplici cose: una soluzione abitativa dignitosa per tutta la comunità.
[1] Comunicato Stampa della Prefettura del 23.08.2017.
* Foto di Daniele Napolitano