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Protesta al Forum PA: più servizi pubblici, meno privatizzazioni; più diritti, meno mercato!
Questa mattina un gruppo di attiviste e attivisti della Rete DecideRoma e dell’USB ha fatto irruzione nella sala dove si stava svolgendo un dibattito sulla cosiddetta valorizzazione degli asset pubblici all’interno del Forum sulla Pubblica Amministrazione 2016, per ribadire il no al rilancio dei processi di privatizzazione.
Ad aprire i lavori era presente il Ministro dell’Economia Padoan con il compito di illustrare una serie di provvedimenti messi in campo dal Governo volti ad aprire definitivamente al mercato e alla concorrenza i servizi pubblici locali e ad avviare l’alienazione del patrimonio pubblico.
La protesta ha denunciato con forza i reali obiettivi della Riforma della Pubblica Amministrazione, conosciuta come legge Madia, la quale attraverso il combinato disposto di due decreti attuativi, quello sulle società partecipate e quello sui servizi pubblici locali, intende imporre la privatizzazione di tutti i servizi a rete, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, espropriando gli enti locali e le comunità territoriali di ogni facoltà nel determinare l’articolazione territoriale dei servizi e le politiche tariffarie.
Le attiviste e gli attivisti hanno esposto uno striscione con su scritto “Per ripartire dai territori, garantire i servizi pubblici e i diritti” tramite il quale, riprendendo il titolo del workshop, è stata ribadita la contrarietà al progetto del Governo e denunciato come questi due decreti siano, di fatto, dei manifesti liberisti che puntano alla riduzione del ruolo del pubblico e all’incentivazione dei ruolo del privato negli stessi.
Ancora una volta, invece, è stata richiesta una svolta radicale rispetto a queste politiche che non hanno fatto altro che provocare precarizzazione del lavoro e riduzione dei diritti, peggioramento della qualità del servizio, aumento delle tariffe, riduzione dei finanziamenti per gli investimenti, diseconomicità della gestione, espropriazione dei saperi collettivi, mancanza di trasparenza e di democrazia. Ovvero, il totale fallimento degli obiettivi promessi dalla martellante campagna di promozione comunicativa in ordine ai benefici della privatizzazione.
Una svolta radicale che è stata indicata anche da oltre 26 milioni di persone con il voto ai referendum del 2011. Esito referendario e volontà popolare che il Governo, il PD e la maggioranza vorrebbero cancellare definitivamente con i decreti attuativi della legge Madia.
Con l’azione comunicativa di oggi ribadiamo che indietro non si torna e che vogliamo più servizi pubblici e meno privatizzazioni, più diritti e meno mercato. Non permetteremo a Madia/Renzi ciò che abbiamo impedito a Ronchi/Berlusconi.