ROMA
Point Break: Voglio una casa per andare in giro per il mondo!
Il surfista non è un solitario, la tavola da surf serve per cavalcare l’onda, attraversarla, vedere dove può arrivare e trovare altri punti in cui può infrangersi e lasciare il segno…
• Ciò che non si cancella, ciò che non si sgombera, ciò che non si processa.
• Point(s) of view. Un luogo che distrugge il vostro individualismo
Che cos’è un casa? In inglese si può tradurre in due modi, house, per intendere le mura, lo stabile, la costruzione e home, che si riferisce alla famiglia, alla comunità che quella casa la abita. Per me Point Break è stato la mia casa, nel senso che ci ho vissuto in quelle quattro mura, quello stabile decrepito l’ho rimesso a posto, quella costruzione l’ho abitata, pulita, lavata, insomma resa vivibile. Ci sono entrata dopo il movimento dell’Onda a Point Break.
… Ce l’hai presente l’onda? Quei mesi assurdi dove nulla era più come prima, le aule dell’università diventavano un letto, i prati luoghi per le assemblee e le strade, tutte le strade, erano spazi per manifestazioni, anche il lungotevere in contromano… E quando ci siamo entrati in quello stabile, non c’era nulla, nelle camere ci cresceva il muschio, ed era una casa più per topi che per umani. È stata dura metterlo a posto, renderlo di nuovo casa, un luogo abitabile, attraversabile, vivibile. Ci siamo amati e ci siamo odiati dentro Point Break.
Ho amato le cene in giardino, con le braciolate, addirittura una volta di pesce. Ho odiato le persone che parlavano in cucina e non mi lasciavano dormire. Ho amato il caffè pronto la mattina, e i cornetti lasciati da qualcuno tornato tardi la sera. Ho odiato le scale sporche dalle pedate e i caschi non trovati. Ho amato la condivisione di cucine piccolissime, dove non riuscivi a passare quando facevi le cene. Ho amato avere quattro piani pieni di gente e le urla per le scale. Ho odiato quelle urla per le scale, e dover sempre aprire la porta dato che vivevo al primo piano. Ho amato che da quella porta non sapevi mai chi entrava, e c’era sempre qualcuno da accogliere e ospitare e materassi che riuscivamo ad infilare da per tutto. Ho amato spiegare alle persone che da tutta Europa e da tutto il mondo sono passate per Point Break… qui facciamo lo sportello… questa è la stanza comune… E forse ho amato ancora tanto, e odiato ancora molto.
Perchè Point Break è stata la mia casa, la mia comunità, il punto di riferimento, il mio giardino dove andare a fare le cene, anche quando la mia stanza di muratura non faceva più parte di quello stabile. Point Break è stato il punto di rottura, dove l’onda si increspa e se sei un surfista capace riesci a cavalcare il cunicolo interno e ti trovi solo circondata da acqua.
Ed è quello il momento: quello è il Point Break. Quello stabile tornerà ad essere vuoto, con la security davanti alle porte. Ma Point Break non finirà di esistere.
Noi ameremo e odieremo ancora, in altri stabili, in altre costruzioni, con altre mura. Una volta che hai cavalcato l’onda, una volta che hai capito dov’è il punto di rottura: non smetterai mai di essere un surfista!