MONDO
Messico “Non cerchiamo voti, la nostra lotta è per la vita”: prende parola il Consiglio Indigeno di Governo
Oggi è il giorno più importante della nostra storia. Abbiamo impiegato 20 anni per conoscerci, per cinque secoli abbiamo vissuto resistendo e oggi stiamo realizzando una ribellione indigena, la più grande nella storia del Messico . Ed è non violenta, non violenta.”
Profe Filo, indio mixteco.
San Cristobal de las Casas, Chiapas. “La nostra è una lotta per la vita. Quello che stiamo per compiere è un passo difficile ma necessario. Dobbiamo farlo se vogliamo continuare ad esistere come popoli. Inoltre, allarghiamo l’invito a partecipare a questa lotta per la vita a tutta la società civile organizzata e non”. Così si è espressa la portavoce eletta del Consiglio Indigeno di Governo del Congresso Indigeno Nazionale, Maria de Jesus Patricio Martinez.
La Prima Assemblea del Consiglio Indigeno di Governo (CIG), tenutasi lo scorso 27 e 28 maggio durante il Cideci di San Cristobal de las Casas, ha nominato i suoi 71 rappresentanti e la propria portavoce: Maria de Jesus, chiamata da tutti “Marichuy”. È una donna nahua di Tuxpan, nel sud della provincia di Jalisco, dedita alla medicina tradizionale e alla lotta per la propria comunità.
I 71 consiglieri eletti e la portavoce, rappresentanti dei popoli indigeni del Messico, uomini e donne che formano il Consiglio Indigeno di Governo per il Messico, hanno risposto alle domande dei mezzi di informazione nazionali ed indipendenti delineando finalmente l’obiettivo della loro proposta: “La nostra lotta è per la vita, non siamo alla ricerca di voti. Cerchiamo l’organizzazione e la costruzione del potere dal basso” hanno dichiarato Maria de Jesús, Sara Lopez Gonzalez e Betina Cruz Velazquez, donne rappresentanti rispettivamente i popoli nahua, maya e binizà.
All’assemblea plenaria conclusiva dei lavori dell’Assemblea Costituente del CIG, a cui hanno partecipato quasi 1.500 persone, erano presenti come invitati del CNI i rappresentanti delle molte lotte presenti nel paese. Tra queste, i padri e le madri di Ayotzinapa, Araceli Osorio madre della giovane Lesvy Berlin Osorio uccisa nella Città Universitaria di Città del Messico, ma anche tanti altri che hanno raccontato la loro esperienza di ricerca di verità e giustizia. All’Assemblea erano presenti 693 delegati, 492 invitati del CNI, 71 consiglieri comunali e 230 delegati zapatisti.
“Questo cammino comincia adesso, ed è un cammino collettivo. I partiti politici devono essere decostruiti, devono cessare di esistere. Questa forma di fare politica non dispone di una via di uscita possibile per i nostri problemi” ha spiegato Fortino Dominguez, indio zoque di Chapultenango in Chiapas e membro dell’CIG nonostante la lontananza dal suo luogo di origine.
Il Profe Filo, della Mixteca Poblana [regione condivisa tra gli stati di Guerrero, Oaxaca e Puebla, territorio di origine dei mixtechi – ndt] è intervenuto per precisare: “Non confondetevi, è una questione di civiltà, non una volgare lotta di potere”.
Sara, del popolo maya, ha continuato così: “Non vogliamo voti. Vogliamo tutto. Non ci occuperemo di urne elettorali ma di ricostruire questo paese che sta cadendo a pezzi. Questa non è una campagna elettorale, è una campagna per la vita, per la difesa della vita e per il riscatto di questo paese”. E ancora: “È una campagna per la vita e l’organizzazione dei popoli. È una campagna per la costruzione del potere dal basso e non aspiriamo a prendere il potere dall’alto.
Gabriela, rappresentante tzeltal, ha risposto così alla domanda su cosa pensare a proposito della recente legge sulla sicurezza interna: “Sicurezza è un termine di quelli di sopra, per noi questo termine è repressione. In nome della ‘sicurezza’ veniamo repressi e criminalizzati. Ci trattano come delinquenti quando tutto quello che facciamo è difendere i nostri territori e difendere la vita sulla terra”.
Mario Luna, del popolo yaqui, si è espresso così: “C’è molta delusione per il lavoro dei partiti politici ed è importante chiarire che è il CIG a promuovere questa campagna. Poiché la legge non permette di candidare un Consiglio intero, candideremo la compagna Maria de Jesus. Non abbiamo una bacchetta magica da offrire ma invitiamo all’organizzazione dal basso”.
Il rappresentante zoque Fortino Dominguez, ha sottolineato così la differenza tra la proposta del Consiglio Indigeno di Governo e il sistema dei partiti politici: “I partiti politici hanno una concezione individualista del mondo. Noi popoli pensiamo collettivamente, come dimostrato dai vari rappresentanti qui presenti”.
“Non vogliamo fare una campagna elettorale ma cercare di organizzarci insieme a tutto il paese per demolire il potere che ci impongono dall’alto. È un cammino che comincia adesso ed è un cammino collettivo. L’esperienza messicana ci dice che i partiti politici devono essere decostruiti, devono cessare di esistere. Questa forma di fare politica non dispone di una via di uscita possibile per noi” ha commentato Fortino segnalando come “dobbiamo decostruire questo Stato Nazione e noi siamo già pronti per farlo”.
Da parte sua, il Profe Filo è ritornato sullo stesso tema: “nella cultura nahua c’è una storia molto bella: un nonno dice a sua nipote prima di morire ‘Il giorno, il nostro giorno, tu sì che lo vedrai, tu sì che lo vivrai’”. Questo giorno è arrivato. È una questione molto complessa perché parliamo della civiltà che ha generato questa terra. Il CIG si fonda sulle migliaia di anni di storia che ci precedono. Quindi non vi sbagliate, si tratta di una questione di civiltà e non di una volgare lotta per il potere”.
“Da 500 anni il progetto occidentale domina questo paese. Dall’alto, possono raccontare la storia come vogliono, ma per noi la storia è un’altra. Per noi non c’è differenza tra conservatori o liberali, tra destra o sinistra. Il progetto è sempre lo stesso da 500 anni”, continua il Profe Filo rispondendo così in riferimento alla domanda specifica su Lopez Obrador: “Andres Manuel non inganna nessuno, il suo progetto si inserisce in questo contesto occidentale. Lo dice chiaramente quando chiede che le miniere non inquinino più di tanto e che ci paghino un po’ di più e continua a dirlo quando si associa a gruppi criminali. Per questo non inganna nessuno”.
Infine, il Profe Filo conclude con “È un sistema-mondo quello in crisi e che sta crollando. Un altro sistema-mondo, il nostro, sta invece risorgendo e loro non lo vedono e non lo ascoltano. Però siamo qui, sul cammino della nostra storia. Noi, popoli indigeni, siamo ancora qui, agli albori del XXI secolo”.
La rappresentante tzeltal ha risposto così alla domanda su come il razzismo e la discriminazione possano influenzare questo processo: “Vogliamo sostituire il sistema di casta nel quale abbiamo vissuto per 500 anni con una società egualitaria. Sostituire la cultura della discriminazione con la cultura del rispetto”. In un altro intervento, un membro del CIG ha sottolineato come “Il razzismo risiede nella mente di chi lo esercita, quindi non è un problema nostro”.
Il Profe Filo, sottolineando l’importanza di questa Prima Assemblea del Consiglio Indigeno di Governo e riassumendo il processo di consultazione e diffusione della proposta, ha così commentato: “Non stiamo guardando verso l’alto, stiamo guardando verso il basso. Siamo stati in tanti posti e abbiamo parlato con tante persone. Possiamo vedere come in alto regni il caos, la morte, la distruzione e le menzogne degli stessi mezzi di informazione. Quello che abbiamo visto guardando in basso spaventa, perché qualcosa sta succedendo. C’è qualcosa che si muove. È stato allora che abbiamo deciso che avremmo accettato questa proposta. Perché abbiamo visto che c’erano gli strumenti e le persone adatte per far rinascere un paese nuovo. Abbiamo visto che già possibile intravedere l’orizzonte”.
“Oggi è il giorno più importante della nostra storia. Ci sono voluti 20 anni per imparare a conoscerci. Per cinque secoli abbiamo dovuto resistere e oggi stiamo realizzando l’insurrezione indigena, la più grande nella storia del Messico. Ed è un’insurrezione non violenta, non violenta”.
Traduzione a cura di Michele Fazioli per DINAMOpress