ROMA

Marino demolisce San Lorenzo

Succede a San Lorenzo. Questa mattina è iniziata la demolizione autorizzata dal Comune della ex fonderia Bastianelli. Dopo due anni di resistenza da parte dei residenti del quartiere, della lunga occupazione di Communia sgomberata dalla polizia il giorno di ferragosto , della sottoscrizione di impegni (sic) da parte del Municipio II che, mentre votava una mozione per “salvare” l’edificio, contestualmente incontrava la proprietà puntando alla riduzione del danno strappando la disponibilità per il quartiere di 50 metri quadri a disposizione dei cittadini.

Questo succede a San Lorenzo dove il Comune è pronto a consentire nuove costruzioni rendendo così esplicito di che cosa parla il Sindaco Marino ed il suo assessore Caudo quando parlano di “rigenerazione urbana”. Mettere in scena quanto aveva apparecchiato il PRG di Veltroni: fare di San Lorenzo spazi per la rendita. Alla Bastianelli si vogliono “tirar fuori” 54 nuovi appartamenti. Ovvero: ancora una melassa di posti letto per il “mercato” degli studenti. Mancano gli studentati, ora con il decreto Lupi verranno perseguiti quelli “occupati” e la soluzione non cambia: fare di una necessità reale un’occasione per il mercato dei pochi che se lo potranno permettere. Per continuare a fare rendita al posto di fare città. Con una punta di veleno finale. Il Comune ha infatti avviato una serie di incontri con i cittadini di San Lorenzo per la realizzazione di un Progetto urbano che,stando così le cose non interrompendo il vomito di permessi di costruire, si troverà a rigenerare forse qualche piazzetta e nulla più. Neppure un patetico giardinetto, visto che a San Lorenzo, il verde è del tutto assente.

La mobilitazione di questi giorni dimostra che, pur di fronte a questo ultimo dispotico atto cementizio, la ruspa mina le mura di quella fabbrica, ma non la trasformazione di chi intorno la Bastianelli ha costruito nel tempo il nuovo territorio di San Lorenzo a partire dall’autogoverno dello spazio del quartiere.

La Bastianelli merita un altro destino dal solito abito di cemento che si vorrebbe iniziare a cucirgli addosso. Per quest’edificio e la sua storia, per cui tra l’altro oltre mille architetti avevano firmato per la sua conservazione, al cui interno con l’occupazione di Communia si era dato vita ad una miriade di forme di solidarietà urbana (sportelli legali, antisfratto, assistenza scolastica, centro antiviolenza…), dove si sono svolte molte manifestazioni ed incontri di grande interesse culturale, il destino non è però segnato.

San Lorenzo conosce tutto di quest’edificio grazie al lavoro di quanti incontrandosi, proprio per difenderlo, hanno costruito senza l’aiuto di nessuno, smarcandosi dall’abbraccio ossessivo dell’Amministrazione che parla (ancora?) d’aver strappato quattro alloggi sociali senza spiegare (non è un particolare da poco) come saranno, se saranno, assegnati. Un sapere collettivo capace di rappresentarsi nella lotta e nella proposizione di ogni iniziativa possibile anche di tipo amministrativo per fermare la prima pietra di quella che Marino chiama rigenerazione, ma che in realtà è la solita scorribanda edilizia finanziaria sotto il cielo di questa città.