Il meraviglioso mondo di Oz: nascono le Officine Zero
Mutualismo, autogestione, conflitto: il laboratorio delle ex-Rsi a Casalbertone
Non ci soffermiamo mai abbastanza sulla congiunzione ‘e’. Ci preoccupiamo di pensare la copula, ‘è’, poi ci chiediamo continuamente ‘chi’ siamo. Prendendo la parola diciamo sempre ‘io’ e la cosa ci prende la mano, così tanto che non riusciamo più a sentire il colore delle foglie. L’ossessione per il piacere si accompagna a questa sciagura, il pronome personale. E se la crisi ci mette all’angolo, ‘io’, ogni tanto, si suicida.
Il mondo, invece, comincia con ‘e’. E si complica, si esprime, lotta. Le Officine Zero, a Roma, sono una risposta alla crisi fondata sul primato della congiunzione ‘e’: gli operai in cassa integrazione ‘e’ i precari della comunicazione ‘e’ i freelance ‘e’ gli studenti ‘e’… Sì, potrebbe esserci ancora altro, e poi altro ancora.
Cominciamo dall’inizio. Le Officine ex-RSI (manutenzione dei Treni notte, ex Wagon Lits) sono state occupate il 20 febbraio 2012 dagli operai in cassa integrazione con la collaborazione attiva del centro sociale Strike e della rete sociale di Casal Bertone. A due passi dalla Stazione Tiburtina, nuovo snodo dell’alta velocità, le Officine ex-RSI diventano rapidamente un simbolo dei paradossi della crisi. Nel 2008, infatti, erano state acquistate dalla Barletta Srl, non per rilanciare il settore della manutenzione dei Treni, ma per dismettere l’attività produttiva e realizzare una speculazione immobiliare. Rendita immobiliare che sostituisce la produzione. Trentatrè famiglie e una vita di competenze e saperi al macero.
Dopo un anno e mezzo di occupazione, la lotta è arrivata a un punto di svolta. Già nel settembre del 2012, infatti, prende vita il “laboratorio sulla riconversione”, grazie al contributo di architetti, economisti, esperti del settore e attivisti. Per mesi si discute e progetta un’alternativa concreta alla speculazione, per rigenerare la produzione e mettere a frutto i saperi e le competenze degli operai.
Quando il 3 Maggio la Magistratura decreta il fallimento dell’azienda CSF (ex-RSI), il progetto assume un’inattesa accelerazione e viene presentato alla città. Assemblee pubbliche partecipate da centinaia di persone arricchiscono il “laboratorio sulla riconversione” e nasce la “Pazza idea” delle Officine Zero. Un progetto che prende vita nelle Officine ex-RSI, come parte del sostegno alla vertenza operaia, alternativo alla speculazione, ma integrativo della manutenzione ferroviaria; progetto dove si intrecciano formazione e produzione, autotutela, mutualismo e cooperazione.
Al “laboratorio sulla riconversione”, infatti, si affiancano: un percorso di auto-organizzazione animato da lavoratori precari e autonomi (partite Iva, collaboratori); il progetto di studentato autogestito Mushrooms. L’idea è quella di dare vita ad uno spazio di co-working che sia, nello stesso tempo, Camera del lavoro e del welfare: un luogo dove produrre comunemente, connettendo saperi e competenze; un dispositivo di servizio e di assistenza che sia stimolo e sostegno per vertenze contro la precarietà, per un welfare universale (reddito di base, formazione, sanità, previdenza), contro la disoccupazione. Altrettanto: il co-housing come risposta alla distruzione del welfare studentesco.
Tra il “laboratorio sulla riconversione” e la ricerca pratica di nuovi strumenti capaci di difendere e organizzare l’inorganizzabile, il lavoro autonomo e precario, nasce un rapporto virtuoso; figure produttive diverse si combinano per resistere alla crisi, per inventare alternative alla catastrofe che ci tocca in sorte. La crisi, in prima battuta, divide: le generazioni, il lavoro cognitivo declassato e gli operai, le partite Iva e i precari, i migranti e i nativi, donne e uomini. Il capitale finanziario prende in ostaggio la società, contemporaneamente la contraddizione capitale/lavoro evapora e il conflitto si disloca in basso, nella competizione selvaggia tra poveri. Rompere questa scena, cominciare a far paura al capitale finanziario, significa riconquistare il primato della congiunzione ‘e’, costruire la coalizione sociale.
L’1 e 2 giugno, le Officine Zero si gettano in mare aperto: due giorni per presentare alla città di Roma il progetto, per discutere di riconversione produttiva e conflitti del lavoro precario, welfare universale e co-working. Si dice che Il meraviglioso mago di Oz, in verità, fosse un romanzo polemico nei confronti delle politiche deflattive adottate negli States alla fine dell’Ottocento. L’Europa del 2013 è distrutta dalla deflazione e dalle svalutazioni interne (moneta forte e compressione di redditi e salari). Da Francoforte a Madrid, da Lisbona a Londra, l’1 giugno sarà giornata di lotta contro l’Europa della moneta e del rigore. Le Officine Zero, a Roma, saranno parte di questa lotta, un atto di ostilità contro la solitudine.