ROMA
Il giorno dopo: Esc ringrazia la città solidale
Una riflessione dell’atelier autogestito di via Volsci, a poche ore dall’assemblea partecipata da centinaia di persone. Leggi anche: Non temere il proprio tempo è un problema di spazio.
In una delle sue lettere più belle, scrive Seneca:
Non avere niente che ti svegli e ti scuota, nessuna minaccia e nessun attacco che costringa a mettere alla prova la fermezza del tuo animo, ma giacere nell’ozio senza scosse, non è vera tranquillità: è una calma inerte.
La vera sfida, etica e politica, è proprio quella descritta da Seneca: essere all’altezza di ciò che ci accade. Con gioia, e nonostante la fatica di questi giorni travagliati, pensiamo che l’assemblea di ieri pomeriggio sia andata nella giusta direzione. 500 persone circa si sono incontrate e messe a confronto – a volte con asprezza, di certo con entusiasmo – per un intero pomeriggio. Mondi e culture diverse, centri sociali e forze politiche, sindacati e associazioni. Mondi e culture che, nella diversità, vogliono salvare Roma dal suo destino grigio e bigotto, fatto di privatizzazioni e crisi occupazionali, tristezza e banalità.
La Determinazione dirigenziale che vuole sgomberare Esc da iattura si è trasformata in occasione. Occasione politica utile per rimettere al centro le cose che contano, per mettere al bando rivalità e piccole patrie, per rilanciare, con forza, una rinnovata immaginazione costituente. Sì, la città solidale, dopo l’assemblea di ieri, è meno sola. Di più: ha affermato con decisione che non contano solo i conti, che prima dei conti e della legge ci sono le pratiche, le lotte, le consuetudini, le istituzioni sociali, il mutualismo, i desideri, le amicizie.
Ringraziamo, col cuore che batte, tutte e tutti coloro che ieri c’erano, chi non c’era ma non si è perso lo streaming, per i tanti interventi che si sono susseguiti, per l’energia e la vicinanza che, negli scorsi giorni, migliaia di donne e di uomini ci hanno trasmesso – firmando l’appello, scrivendo, semplicemente passando a Esc.
Con Esc e con i centri sociali vogliono cacciare da Roma un’intera generazione. E un’idea di città. Non ci riusciranno! Dopo ieri, è possibile gridarlo senza sosta.