EUROPA
Europa e movimenti post Brexit. Spagna e città ribelli. Intervista a Raúl Sánchez Cedillo
Seconda e ultima parte dell’intervista a Raul a seguito dell’assemblea pubblica di Euronomade che si è svolta a Esc Atelier il 24 e il 25 giugno.
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Alla vigilia delle elezioni spagnole e prima dell’esito elettorale, un’analisi sulle città ribelli da Barcellona, Santiago, Madrid, Saragozza, Valencia etc… che viene in parte confermata all’indomani del voto. Ad esempio Barcellona registrata dati positivi, dove la “confluencia” En Comú Podem-Guanyem el Canvi è nettamente prima. Sconfitta evidente della coalizione di Podemos e Izquierda Unida che perde un milione di voti in sei mesi. Podemos al primo posto in Catalogna e nei Paesi Baschi. Nella dimensione municipale risiedono gli elementi di trasformazione della politica, si sostanzia il rapporto con e tra i cittadini, le dinamiche di partecipazione. Le città ribelli si configurano anche come città che accolgono, contro le frontiere imposte dagli stati nazione, contro le corporazioni neoliberali transnazionali.
Quali possono essere le prospettive per i movimenti europei oggi, dopo l’esito del referendum in Inghilterra sulla Brexit? Preoccupante il modo in cui la questione della sovranità nazionale è stata declinata in chiave xenofoba e razzista, contro i migranti europei e non. Il problema nasce quando la critica all’austerity viene declinata come questione strettamente sovranista. Prima della tematica sulla sovranità ci sono i diritti umani e sociali delle classi subalterne.