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Cosa può una salma

Una salma ha attraversato l’Italia per cinquecento chilometri , per arrivare dal foggiano alla basilica di San Lorenzo al Verano. È il corpo di Padre Pio, richiamato a Roma da Papa Francesco per “ravvivare” le sorti un po’ traballanti del «Giubileo della Misercordia».

Per capire cosa rappresenta quel corpo, dobbiamo tornare da dove è partito il viaggio che lo ha condotto alle porte della Roma storica. All’autunno del 1920. Il luogo è piazza dei Martiri, la piazza principale di San Giovanni Rotondo. Il paesino del Gargano, in provincia di Foggia, ancora non era diventato il parco tematico religioso che conosciamo. La data è il 14 ottobre. Siamo nel bel mezzo del «biennio rosso» in uno dei punti caldi del conflitto che ha seguito la fine della prima guerra mondiale.

Da una parte ci sono i contadini socialisti. Hanno più di un motivo di essere contenti: hanno appena vinto le elezioni amministrative e addirittura promettono, come fanno i loro compagni nel resto del paese, che isseranno la bandiera rossa al posto di quella tricolore, dal pennone che si affaccia sul municipio di San Giovanni. Ma il corteo dei rossi è attaccato da un altro corteo, composto dagli ex combattenti, che hanno già incassato il sostegno di liberali e cattolici. È il «blocco d’ordine» sostenuto dagli agrari. Un’alleanza che di lì a qualche anno costituirà la composizione sociale di riferimento del fascismo. La polizia spara da una parte sola, ça va sans dire: sulla manifestazione dei socialisti. Muoiono undici persone, altre venticinque rimangono a terra ferite. È l’episodio più sanguinoso della repressione al biennio rosso italiano.

Qualche giorno dopo, una giovane di nome Angela Serritelli va a chiamare l’ex combattente Giuseppe Caradonna, che si trova in paese per festeggiare la sconfitta dei socialisti. Il padre spirituale della donna si chiama Padre Pio, e vuole incontrarlo. Caradonna accetta. Angela lo porta dal monaco francescano. Così avviene il primo incontro del ras del nascente fascismo foggiano incontra il frate con le stigmate di cui tutti parlano tanto. Padre Pio lo accoglie calorosamente e lo benedice con queste parole: «Dio ama i forti e li suscita quando è necessario». I due siglano il patto tra fascismo e monaci cappuccini sangiovannesi che durerà a lungo.

Padre Pio doveva in effetti disporre di doti profetiche: ancora ci mancava qualche anno all’abbraccio di papa Pio XI a Benito Mussolini come l’uomo della Provvidenza, ma lui si era portato avanti con il lavoro. L’episodio della benedizione di padre Pio al massacro di San Giovanni Rotondo è stato riesumato da Sergio Luzzatto nel saggio «Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del Novecento» uscito nel 2009 per i tipi di Einaudi. «I santi contano per come appaiono, non per come sono», avverte Luzzatto. Per questo non servono rivelazioni scandalistiche su miracoli o piaghe: Luzzatto attinge soprattutto alle fonti degli archivi vaticani, molte delle quali per nulla benevole nei confronti di San Pio, per indagare le vicende molto terrene del frate di Pietrelcina. Attraverso le carte vaticane, Luzzatto ha composto un ritratto dell’Italia del secolo scorso, a cavallo tra l’antropologia e la storia sociale, le credenze popolari e la secolarizzazione. E indaga il complesso rapporto tra Stato e Chiesa, cioè il conflitto tra etica laica e morale religiosa e quello tra gerarchie ecclesiastiche e religiosità popolare

Padre Pio è l’alter Christus del cattolicesimo novecentesco: le stigmate sul suo corpo compaiono nel 1918, mentre la retorica della Grande Guerra accosta esplicitamente i soldati a Cristo e le trincee alla Via Crucis. La Prima Guerra Mondiale è la Passione, e i suoi apostoli in divisa ed elmetto vivono nella dimensione esistenziale della «vita morte». C’è di più. Il primo miracolo di Padre Pio, o almeno il primo che trova spazio sulle pagine della grande stampa, sarebbe avvenuto a beneficio di tale Antonio Colonnello, un «ragazzo del ’99» che era rimasto ferito al piede da una scheggia di una granata. Guardare un uomo che non si sarebbe mai più spostato da un paesino della provincia pugliese, diventa per Luzzatto un modo per comprendere il clerico-fascismo del Ventennio: «Già prima del concordato – ricorda Luzzatto – i chierici si avvicinarono ai fascisti sul terreno dell’ideologia intorno a una varietà di obiettivi condivisi: la restaurazione dell’ordine sociale dopo i sommovimenti della Grande Guerra, la lotta senza quartiere contro il nemico ‘rosso’, la messa a punto di politiche demografiche fataliste». E l’avvicinamento rappresentato da padre Pio riguarda anche il terreno della liturgia: «campo impalpabile ma sensibile dei riti, dei simboli dei carismi».

E ritrovare Padre Pio negli anni cinquanta e sessanta, «santo ormai da rotocalco, divo con le stigmate, nuovo uomo della Provvidenza», significa, scrive sempre Luzzatto, «comprendere quanto sia rimasto in Italia del clerico-fascismo dopo la fine del fascismo».

Curiosamente, sarà proprio il sacerdote-scienziato Agostino Gemelli, futuro fondatore dell’Università Cattolica del Sacro cuore, e cioè dell’avamposto della formazione vaticana al servizio della missione storica fascista, a liquidare Padre Pio negli anni venti: «Chi ha pratica della medicina legale e soprattutto dell’infinità varietà di piaghe che, durante la guerra, hanno presentato i soldati autolesionisti, non può sottrarsi al giudizio che si tratti di piaghe dovute all’erosione mediante caustici – scrive Gemelli in una relazione alla Suprema Congregazione del Sant’Uffizio – Il Padre Pio presenta le note caratteristiche di una deficienza mentale di grado notevole con conseguente restringimento del campo di coscienza».

Nel 1957, Padre Pio celebra un decennio che lo trasforma definitivamente in un’icona pop. Dopo essersi impegnato assiduamente nelle elezioni del 1948, aver ricevuto Coppi e Bartali, aver fatto pace con le gerarchie vaticane, il monaco domanda e ottiene la dispensa dal voto francescano di povertà. Quella deroga gli occorre per gestire le ricchezze derivate dalla gestione della Casa del sollievo e della sofferenza, l’ospedale da lui fondato a San Giovanni Rotondo. Morirà nel 1968, mentre un’ondata di secolarizzazione investiva il mondo occidentale. Nello stesso anno le piaghe dal corpo del frate erano sparite. Ma i suoi superiori decisero di esporre il corpo con cui tutti lo riconoscevano: coi guanti e calzettoni, che usava per nascondere il sangue rappreso. Potenza del logo.