MONDO
Come farsi eleggere dittatore della Turchia in dieci mosse
La “democrazia” turca si è ridotta a due Lupi Grigi e ad una pecora che votano su cosa mangiare a cena.
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Sembra che il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si sia fatto eleggere dittatore della Turchia fino al 2029, con un risicato ma conveniente margine del 51%. Quindi, per qualunque altro leader autocratico che voglia replicare le sue gesta, stanco di quelle noiose Costituzioni e limitazioni dell’esecutivo, ecco alcuni passaggi utili compiuti da Erdogan che potreste seguire.
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Inscenate un golpe militare contro il tuo regime autoritario e date la colpa ad una presunta cospirazione guidata da un religioso che vive in America (Fethullah Gulen) per poterlo poi accusare di essere un fantoccio delle potenze straniere. E non preoccupatevi di essere un membro della Nato e di ospitare basi militari americane sul vostro territorio, molti dei vostri sostenitori paranoici ed ignoranti noteranno appena la differenza tra le vostre parole e la realtà.
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Utilizzate la violenza fisica contro l’opposizione e lasciate che le bande di Bozkurtlar (“Lupi Grigi” frangie ultranazionaliste – ndt) dell’AKP e del MHP attacchino più di 500 sedi dell’HDP nel sudest della Turchia (es: il nord del Kurdistan occupato).
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Arrestate e imprigionate i leader del partito di opposizione, Selahattin Demirtas (curdo) e Figen Yuksekdag (turca) e buttateli in isolamento insieme ad altri membri del Parlamento. Visto che fin dal 1999 la comunità internazionale vi ha permesso di rapire ed imprigionare su di un’isola (come Nelson Mandela) il leader curdo del PKK Abdullah Ocalan, gli altri Paesi noteranno appena l’incremento di prigionieri politici.
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Usate un decreto farsa sullo “stato di emergenza” per epurare 100.000 dipendenti pubblici, imprigionare 40.000 persone (tra cui 2.700 politici locali curdi e 45 sindaci delle principali città curde), chiudere più di 150 tra estate giornalistiche e mezzi di informazione e rinchiudere più di 120 giornalisti senza nemmeno processarli. Se riuscirete a fare tutto per bene potreste anche guadagnarvi il rispetto di Reporter senza Frontiere mentre annuncia che la Turchia è diventata “la più grande prigione al mondo per i giornalisti di professione”.
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Prendete il controllo dei municipi nel sudest della Turchia (Kurdistan del Nord) radendo al suolo intere cittadine curde come Sur, Cizir (Cizre in curdo – ndt), Silopi, Nisêbîn (Nusaybin in curdo – ndt) e deportando centinaia di migliaia di persone. Poi designate dei guardiani a voi fedeli e fategli compiere arresti di massa insieme a torture ed esecuzioni dei prigionieri, ma ricordatevi anche di legarne alcuni dietro ai veicoli trascinando i loro corpi nelle pubbliche vie o, se si trattasse di donne, di esporne i corpi nudi dopo averle violentate. Inoltre, non dimenticatevi di sparare ai civili che espongono la bandiera bianca e di bloccare gli ingressi degli ospedali con i carri armati.
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Sospendete circa 11.000 insegnanti nelle zone curde e bandite 23 stazioni radiofoniche e canali televisivi a predominanza curda, inclusi quelli che si limitano a trasmettere cartoni per bambini. Questa tattica funziona particolarmente bene se governate uno stato di semi apartheid e se il vostro potere si basa su un’indivisibilità etnica immaginaria e un odio xenofobico verso le altre culture. Per un bonus aggiuntivo, potete anche evocare una finta controversia secondo la quale nazioni come l’Olanda e la Germania cerchino di mettere a tacere il vostro movimento criptofascista. Tanto i vostri fragili sostenitori nazionalisti e macisti se la berrebbero sicuramente.
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Circondatevi degli elementi più reazionari del fondamentalismo religioso e accusate i vostri oppositori di essere atei peccatori. Vi sarebbe utile anche contrastare la misoginia intrinseca degli elettori conservatori e presentarvi come l’unico che possa difendere la “dignità” delle donne controllando le loro scelte di vita e di abbigliamento. Poi, se riusciste a trovare il tempo di armare l’ISIS per fargli portare avanti una guerra per procura contro i curdi rivoluzionari in Rojava e a far subire dal vostro stato un attentato di ritorsione da parte dell’ISIS nel momento in cui fossero in disaccordo con il loro nuovo Califfo, sarebbe ancora meglio.
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Assicuratevi che i canali della televisione di Stato turca siano prevalentemente a favore della vostra propaganda per il “sì” (evet in turco – ndt) e ottenete il 90% di esposizione mediatica. Adottate la stessa strategia anche per i cartelloni pubblicitari mentre mettete al bando qualunque social media critico nei vostri confronti. Inoltre, aiuterebbe molto se autorizzaste soltanto i sostenitori del “sì” ad usare strutture pubbliche e ad organizzare manifestazioni. Se i sostenitori del “no” (havir in turno – ndt) provassero ad organizzare un presidio, staccategli la corrente o attaccateli con la forza pubblica.
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Sottraete miliardi dalle casse dello Stato e usate quei soldi per prendere il controllo della maggior parte dei meccanismi di governo attraverso uno Stato Ombra consolidato, nel quale tutte le industrie principali saranno costrette a pagare tangenti a voi, ai vostri familiari designati e ai membri del vostro partito per poter continuare a fare affari nel Paese. In questo modo sarete già di fatto il dittatore (o se preferite, il Sultano) dietro le quinte e il finto referendum rappresenterebbe soltanto un leggero sipario.
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Se tutto questo non vi dovesse aiutare a superare indenni la tempesta, prendete le liste elettorali e fate sparire qualche milione di voti dalle urne. Però ricordatevi: dovete mantenere una parvenza di validità del referendum, e visto che si vince con la maggioranza semplice del 51% evitate di strafare attribuendovi il 99% dei voti come faceva Saddam Hussein.
Ce l’avete fatta! Una volta compiuti questi passaggi forse anche voi potreste sedervi su un trono dorato e occupare un palazzo di 1.000 stanze ad Ankara mentre vi assicurate di essere “eletto” dittatore a vita. Buona fortuna…anche se i despoti che dispongono della polizia segreta del MİT [Millî İstihbarat Teşkilatı, Organizzazione di Informazione Nazionale – ndt] e degli squadroni della morte dello Hüda-Par [abbreviazione di Hür Dava Partisi. “Partito della Causa Libera”, partito estremista sunnita fondato nel 2012 – ndt] raramente ne hanno bisogno.
* Fonte: kurdishquestion
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Traduzione a cura di Michele Fazioli per DINAMOPRESS