ROMA
Cinghiate, fascisti e menzogne
Tra i professionisti delle fake news, dove un colpo di cinta tra colleghi diventa un sasso lanciato dagli avversari o quattro membri di un gruppo nazirock vengono spacciati per turisti tedeschi. Del resto, cosa aspettarsi da chi dice che i problemi di Tiburtino III dipendono da un centro di accoglienza?
Succede. Può succedere di sbagliare in un momento concitato, di tensione, “forse” di paura. Ieri, per esempio, è successo a un militante di Casa Pound a Tiburtino III che, cinta in mano, ha sferrato un colpo in testa a un altro militante fascista, pensando si trattasse di un manifestante del presidio antifascista. Gran bel colpo, tra l’altro, una cintata data con la fibbia e andata a segno alla perfezione, tanto da provocare una ferita da cui il sangue è sgorgato copioso, creando una bella pozza per terra.
Capita di sbagliare in questo caso, a maggior ragione se militi in un gruppo che da dieci anni va in giro con magliette che recitano «nel dubbio mena». Picchiarsi da soli sfasciandosi la testa è un bel problema, il fuoco amico non porta tanto “onore”, ma i fascisti del terzo millennio hanno subito pensato al coupe de théâtre.
Così, pochi minuti dopo la cinghiata, gli account di Casa Pound iniziavano a diffondere la notizia di un “residente” ferito da un lancio di oggetti da parte degli “antagonisti”. Un fatto che già sembrava molto strano: di residenti con i fascisti se ne sono visti ben pochi e il lancio di oggetti è partito in direzione opposta, dal lato dei camerati nascosti dietro la siepe. In pratica, i dirigenti del gruppo neofascista hanno scelto di mentire consapevoli di farlo. Una fake news creata ad arte.
Esattamente come quando sostennero che quattro membri di un gruppo nazirock tedesco, intercettati a piazza Vittorio durante una manifestazione antifascista, fossero solo turisti tedeschi. Peccato che i quattro, con tanto di foto ricordo scattata davanti alla sede centrale di Casa Pound, abbiano scelto proprio l’avvocato del movimento neofascista.
Insomma, i fascisti di Casa Pound mentono con disinvoltura alla ricerca costante di un ritorno politico/mediatico. D’altronde, cosa aspettarsi da chi dice che è «tutta colpa degli immigrati»?
La sequenza completa
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